domenica, aprile 06, 2008

Il truce paesaggio




Una quantità di spazi indecisi, privi di funzione, sui quali è difficile posare un nome. Quest’insieme non appartiene né al territorio dell'ombra né a quello della luce. Si situa ai margini. Un solo punto in comune: tutti costituiscono un territorio di rifugio per la diversità”.
Semplice, chiara, lapidaria. La definizione del terzo paesaggio di Gilles Clement, uno dei più celebrati giardinieri del momento, ha sorprendentemente dato adito ad alcune incomprensioni tra gli amici del bar.
Valter, allenatore in seconda di una squadra che gioca il campionato allievi, ha celebrato il “terzo passaggio”, ovvero l’altruismo. Dai la palla al compagno e scatti, quello te la ridà e ti mette di fronte alla porta. A quel punto l’istinto dice di tirare, ma chi ha abbastanza sangue freddo da riuscire a ponderare la situazione capisce che sarebbe meglio rimetterla al centro dell’area, dove il compagno che ci ha messo davanti al portiere aspetta tutto solo di fare gol. Ecco allora che gli spazi indecisi, privi di funzione, sono quegli attimi in cui il ragazzino deve decidere se tirare in porta o alzare la testa e dare un’occhiata al centro. “È quello l’importante – spiega Valter – se il ragazzo dà un’occhiata vuol dire che del calcio ha capito qualcosa. Poi può anche decidere che non c’è modo di passarla ed è meglio provare a tirare, o magari scartare il portiere”. Un plauso ai calciatori, quindi, che sanno che la palla non appartiene né il territorio dell’ombra né quello della luce. Una volta che è entrata.
Gionni, presenza fissa al bancone dal ’95, si è lanciato in una apologia del “terzo pissaggio”, nome nobile della terza pisciata. Fermo restando che la prima pisciata è quella mattutina e la seconda è quella di una qualsiasi pausa durante la giornata, su quale sia la terza pisciata si sono create da tempo due scuole. La scuola di cui Gionni è un adepto celebra da anni il rito della terza pisciata fuori dal pub, a notte fonda, con l’aria beata di chi ha affogato le colpe in un bicchiere, con una pisciata alcolica che chiude idealmente la serata. In quei momenti non ci si preoccupa mai di dove finisca la minzione, probabilmente in un punto che non appartiene né al territorio dell'ombra né a quello della luce. Un’altra scuola, certamente minoritaria ma molto in vista, celebra il rito quasi sempre in un bagno, con cadenza più o meno irregolare, spesso a casa, in un qualsiasi momento della giornata, poco prima di rivestirsi. È la famosa pisciata “di pulizia”, durante la quale si ripensa brevemente alle prestazioni dei singoli, le si guarda alla moviola e spesso ci si dà un voto che quasi mai corrisponde a quello datoci da chi di là, sul letto, sta aspettando di esser portata a casa. O in strada.
Quando Maicòl, che ha appena trascinato vicino a me i suoi 180 kg di simpatia e violenza gratuita, attacca a criticare il terzo pesaggio a cui l’hanno costretto quelli della pesa pubblica sono ormai stufo, un po’ brillo, e ho voglia tornarmene a casa. Per strada raccolgo Linda (piccolo omaggio), donnona ghanese (con quell’h che, come per Thiene, costituisce per me un mistero) che faceva l’autostop dopo dieci ore di conceria. Forse c’è dell’arroganza nel pretendere che un marginalizzato prediliga i margini, che un extracomunitario clandestino si riconosca nell’incolto che popola i lati della strada.
Erbacce secche, chiamatele friche, se vi va, rimarranno erbacce, ma qualcuno magari ci scriverà un libro.

Non pubblicato dal Corriere Vicentino del 5 aprile 2008
(ma voi comprate il giornale lo stesso)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

beh, per vederlo pubblicato sul corriere vicentino sarebbe stato abbastanza utile farlo pervenire al corriere vicentino medesimo. Un'astuzia diabolica ma probabilmente vincente!

erol ha detto...

Mai detto di essere stato censurato, per carità! Anche perchè in tal caso sarebbe stata un'autocensura.
Mancanza di spazio, mancanza di tempo...tutta colpa del terzo impaginaggio?

Anonimo ha detto...

Colpa mia, forse. Non vorrei aver rubato spazio ai veterani. Chiedo venia. :)

Santa ha detto...

C'è ancora chi Thiene la testa alta in questo rettangolo di gioco. Valter invece obietterebbe sul colletto della camicia.

erol ha detto...

Santa, quanta stima, sei stato l'unico a notare il colletto coreano della camicia. E' un omaggio ai giardinieri.

Anonimo ha detto...

Well said.

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu