martedì, dicembre 25, 2007

Censure e apologie

Apprendo con una certa sorpresa che nel mio papiro sarebbero state censurate le bestemmie. Il fatto mi lascia sorpreso e spaventato, non credevo che dei miei amici potessero arrivare a tanto.

Molti ignorano che, dal punto di vista comunicativo, la bestemmia è una polirematica dall'incredibile valore polisemico. Ovvero: a seconda della sua posizione nella frase, della pronuncia, del contesto e della posizione sociale del parlante (cioè della sua abitudine o meno a dire bestemmie) può assumere significati anche profondamente diversi, o semplicemente connotare in un certo modo una frase. La variabilità è alta e non tutte le bestemmie vanno bene per tutte le frasi.
Inoltre le innovazioni, in questo campo, si sprecano. Il nome del Padre è spesso storpiato in "diaz" oppure "zio" (*), altre volte, invece dei tradizionali animali, la divinità viene fatta seguire da sostantivi o aggettivi non offensivi, come "santissimo" o "latte". Da notare inoltre che spesso "dio" viene sostituito da "Madonna" e "Gesù" (anche se vale la pena ricordare che l'intercambiabilità non è assoluta).
Probabilmente conseguenza dell'oppressiva presenza cattolica nel nostro paese, la bestemmia è parte integrante della cultura popolare veneta. Come dimenticare quel personaggio di "Libera nos a Malo" di Meneghello che, per sfida, arrivava ad inventare centinaia di bestemmie, terminando con un metalinguistico "dio dio"?

La bestemmia permette di respirare (soprattutto se si sta leggendo un papiro), è breve, è comprensibilissima, è sfrontata, in qualche modo "tira giù" il sacro, costringendolo a confrontarsi con il profano. Come ha detto pure Luttazzi prima di essere censurato: "Senza il sacro non c'è il profano, e viceversa".

(Aggiungo inoltre che la vera bestemmia è solamente veneta, e questo perchè qui la gente ci crede. Almeno l'80% per cento degli abituali bestemmiatori si ritrova a messa la domenica mattina. Quindi è inutile che toscani ed emiliani cerchino di rubarci il trono: troppo facile bestemmiare in quei covi di senzadio.)



"Chisà che non me incazza, eh!"
(Germano Mosconi)





* a proposito: a gennaio sarò zio, nel caso non ve lo ricordaste. Mio nipote non potrà utilizzare quella storpiatura.



p.s. Qui trovate altre foto della mia laurea, ma in fondo perchè mai guardarle?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

che voglia di laurearmi!
(e poi è bello esser zii, mancano tre giorni a gennaio.. ooohh)

zorionak.
eLì

Anonimo ha detto...

unmartinicontreoliveanchequàsuvvia!

frrr(à)

Anonimo ha detto...

nn hai ancora postato = A)nn sei ancora zio B)in finlandia nn hai battuto chiodo...Buon Anno Bestia

Santa ha detto...

Lo stesso vale per lei, dottore. Stavo pensando di scriverne uno verso la fine di febbraio...