Apprendo con una certa sorpresa che nel mio papiro sarebbero state censurate le bestemmie. Il fatto mi lascia sorpreso e spaventato, non credevo che dei miei amici potessero arrivare a tanto.
Molti ignorano che, dal punto di vista comunicativo, la bestemmia è una polirematica dall'incredibile valore polisemico. Ovvero: a seconda della sua posizione nella frase, della pronuncia, del contesto e della posizione sociale del parlante (cioè della sua abitudine o meno a dire bestemmie) può assumere significati anche profondamente diversi, o semplicemente connotare in un certo modo una frase. La variabilità è alta e non tutte le bestemmie vanno bene per tutte le frasi.
Inoltre le innovazioni, in questo campo, si sprecano. Il nome del Padre è spesso storpiato in "diaz" oppure "zio" (*), altre volte, invece dei tradizionali animali, la divinità viene fatta seguire da sostantivi o aggettivi non offensivi, come "santissimo" o "latte". Da notare inoltre che spesso "dio" viene sostituito da "Madonna" e "Gesù" (anche se vale la pena ricordare che l'intercambiabilità non è assoluta).
Probabilmente conseguenza dell'oppressiva presenza cattolica nel nostro paese, la bestemmia è parte integrante della cultura popolare veneta. Come dimenticare quel personaggio di "Libera nos a Malo" di Meneghello che, per sfida, arrivava ad inventare centinaia di bestemmie, terminando con un metalinguistico "dio dio"?
La bestemmia permette di respirare (soprattutto se si sta leggendo un papiro), è breve, è comprensibilissima, è sfrontata, in qualche modo "tira giù" il sacro, costringendolo a confrontarsi con il profano. Come ha detto pure Luttazzi prima di essere censurato: "Senza il sacro non c'è il profano, e viceversa".
(Aggiungo inoltre che la vera bestemmia è solamente veneta, e questo perchè qui la gente ci crede. Almeno l'80% per cento degli abituali bestemmiatori si ritrova a messa la domenica mattina. Quindi è inutile che toscani ed emiliani cerchino di rubarci il trono: troppo facile bestemmiare in quei covi di senzadio.)
"Chisà che non me incazza, eh!"
(Germano Mosconi)
* a proposito: a gennaio sarò zio, nel caso non ve lo ricordaste. Mio nipote non potrà utilizzare quella storpiatura.
p.s. Qui trovate altre foto della mia laurea, ma in fondo perchè mai guardarle?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
che voglia di laurearmi!
(e poi è bello esser zii, mancano tre giorni a gennaio.. ooohh)
zorionak.
eLì
unmartinicontreoliveanchequàsuvvia!
frrr(à)
nn hai ancora postato = A)nn sei ancora zio B)in finlandia nn hai battuto chiodo...Buon Anno Bestia
Lo stesso vale per lei, dottore. Stavo pensando di scriverne uno verso la fine di febbraio...
Posta un commento