domenica, settembre 02, 2007

Forse non tutti sanno che...

...oggi, dopo che per l'ennesima volta mi è stato chiesto "Be', com'è andato il viaggio?" mi è venuto in mente che il mio mese (per la precisione: 27 giorni) di vacanza in Brasile suscita nei miei conoscenti attese riguardanti ipotetiche ed emozionanti avventure dall'altra parte del mondo.
E' probabile che spesso la gente voglia farsi raccontare quanto sia interessante la tua vita solo per poterti detestare. O per farti pesare il fatto che non te la godi abbastanza.
E' questa la mia prigione? Sarò costretto in eterno a preoccuparmi di cosa pensa la gente di ciò che faccio? Anzi, a preoccuparmi di pensare a cosa dovrebbe pensare la gente quando si preoccupa di quello faccio?
Be', spesso ci si affeziona alla propria prigione. Ho deciso di dedicare qualche post alla mia esperienza in Brasile, attraverso storie a cui potete credere o meno. In fondo non è quello che volevo raccontare.



RISTORANTE

A Rio de Janeiro ho incontrato un argentino, era seduto accanto a me al tavolino di un ristorante. I camerieri gironzolavano per il locale come se io non esistessi, ed io ero rapidamente passato dallo stupore al fastidio e dal fastidio alla voglia di urlare "ho fame!". Questo tipo si è sporto verso di me, mi ha fatto cenno di calmarmi e mi ha chiesto una sigaretta.
Sai - mi ha detto - I brasiliani sono gente strana, prendono la vita con comodo. Mica come gli argentini e gli italiani. Soprattutto al ristorante. Ti siedi, aspetti un'oretta e i camerieri ti si avvicinano chiedendoti "Vuole ordinare?", tu gli rispondi "sì" e quelli girano i tacchi e se ne vanno. Dopo mezzora tornano e, con l'aria più tranquilla del mondo, ti chiedono se vuoi il menù. "Sì" rispondi tu, e loro se ne vanno di nuovo. Tornano col menù venti minuti dopo e ti lasciano i canonici tre quarti d'ora per decidere cosa mangerai. Nel frattempo, però ti portano da bere dei succhi alla frutta che non hai ordinato, zuccheratissimi. Quando ormai stai per iniziare a masticare la tovaglia, arrivano finalmente a prendere le ordinazioni. E qui inizia il bello: perchè qualsiasi tu dica è chiaro che il cameriere non ti ascolta, il massimo di attenzione che può dedicarti è guardare le tette di tua moglie. Devi solo sperare che abbia voglia di farti mangiare bene e a sufficienza, cosa che spesso accade, perchè per ragioni che non mi spiego i camerieri brasiliani sono persone adorabili e simpatiche, almeno finché non si scopano tua moglie.
- ma poi le pietanze, almeno, sono buone? - gli ho chiesto
- Non lo so ragazzo, sono qui da ieri e devo ancora mangiare -
Sono rimasto basito. - E perchè diavolo non se ne va!? -
- Eh, che ci posso fare, qui devo lavorare. Sono il cuoco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Assolutamente non male :-)
Ho riso e devo dire che capita di rado di ridere davanti a un post (nonostante la pletora di commenti di lettori che dicono: "Mi hai fatto sganasciare dalle risate", oppure: "A un certo punto mi stavo tenendo la pancia per le risate", o ancora: "I colleghi in ufficio mi hanno tutti guardato, perché ho rovesciato tutte le penne per le risate").

Tra l'altro, a proposito delle aspettative degli amici in merito a vacanze impegnative, io mi devo barcamenare ogni volta che vado a Cuba. Lì ho splendidi amici fraterni che non posso fare a meno di andare a trovare ogni anno ma non c'è niente da fare: quando racconti che te ne sei stato 21 giorni in spiaggia, a mangiare, a uscire con loro e a farti invitare a cena non ci credono. Danno colpi di gomito e strizzano l'occhietto. Che vorranno dire?
[Ste]