venerdì, ottobre 13, 2006

DISSIDENZE


Domani torno a casa e la cosa non ha più lo stesso senso che aveva la scorso anno (accademico). In effetti, l'anno scorso già non aveva lo stesso senso dell'anno precedente.
E così che si cresce, e a volte tuo padre entra in camera e ti guarda un po' in silenzio, bofonchia una frase di circostanza, continua ad osservarti guardando una zona indefinita vicino alla tua spalla e contemporaneamente oltre quella spalla. E forse pensa che quello è il tempo che passa.

Il tempo passa ed i muri del nuovo appartamento iniziano a somigliarmi, mentre cose come la connessione ad internet, la lavatrice e un inaspettato senso di pulizia, riducono la necessità del tornare.
Giovedì s'è presentato in casa un idraulico e in 0,5 secondi ha fatto ciò aspettavamo da due settimane: stabilire che il contatore del gas va spostato fuori in balcone. Ci aspetta minimo un altro mese in compagnia dei fornelli da campeggio.
A volte capitano cose strane come l'odore dell'erba appena tagliata, o la telepatia con un'amica, una cena giapponese, o un concerto degli You am I sottocasa. Non avresti dato un euro, per questi australiani, invece hanno spaccato i culi (anche perchè io e Nick siamo arrivati davanti al palco per scatenare un po' di bordello). Se vi capita, scaricateli, o ascoltateli su pandora.

La sensazione di non esserci mai del tutto non mi abbandona.

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