sabato, aprile 30, 2005

Rivolgere la domanda difficile è semplice

"E cosa pensi di fare?"

Mi piacerebbe che le emozioni fossere carne. Pensateci.
Andare il sabato pomeriggio dal macellaio e ordinare due etti di passione, uno di semplicità e mezzo di malinconia (come rinunciare a quel gusto agrodolce?). E siete a posto per tutto il finesettimana.
Ma la carne è troppo densa. Anzi, sono le emozioni e i sentimenti ad essere troppo densi. Carne troppo densa per le lame spuntate dei nostri pensieri (magari sto citando, ma non ricordo chi).
Il test arrivatomi dalla
C(hi)ara Aidi che avevo diffuso a mia volta indirizzandolo ai miei vili servitori..emm..amici sta dando i suoi primi frutti. Polly ad esempio ha detto una cosa molto importante sul mio rapporto con la musica: "non ho mai trovato corrispondenze tra quello che ascoltavi e quello che suonavi". Potrei riutilizzarlo come metafora per parlare della distanza tra ciò che pensiamo e diciamo e il modo in cui agiamo. Potrei.
In realtà mi preme di più fare un'altra cosa:
Mi definiresti intelligente con poca voglia di fare, secchione da "imparo tutto a memoria" o cosa? Cosa. (è geniale, è geniale, è
Jack.).
In realtà stanotte girovagando per il web ho trovato cose ben più interessanti, ad esempio che
l'uso smodato di multimedialità può dare gli stessi effetti dell'uso prolungato di marijuana, e quindi ecco trovata una ragione più che decente per laurearmi in comunicazione interculturale e multimediale. Altro che uso smodato, potrei facilmente arrivare ad uno sballo continuo. E potrei farmi rimborsare dallo Stato.
D'altra parte, cos'altro aspettarsi da un corso di laurea i cui professori arrivano da un anno di insegnamento alle Haway?
La comunicazione è molto più che "ada salassa alda dalla sala" e "sdrucciola non è una parola sdrucciola",la comunicazione è multiforme e multicanale, catarifrangente e un po' milanista (perlomeno in Italia). Ma è anche vittima della sindrome da bar, del passaparola, anima smorta delle chiacchere dal parrucchiere, è sotterranea. La comunicazione è anche copyleft. Una questione sulla quale ho discusso un'intera notte, a giugno dell'anno scorso. E sulla quale i cari Wu Ming sono riusciti a darmi
dritte più che apprezzabili, un anno dopo.
Comunicazione è persino poter dire "Che bello che è noi" senza patemi.
E chissà che non riesca a fondare un giornale.
Il problema rimarrà sempre l'andare oltre i meri significanti, ovvero le parole. Dire di più di quello che si dice. Il problema è che prima di dire qualcosa dovrei essere ben sicuro di cosa ci faccio qui. O perlomeno tutto il contrario: non dovrei avere alcuna spiegazione o scusa al mio essere qui.

Come diceva Renato, è strano ritrovarsi qui al bar un anno dopo, e parlare ancora delle nostre vite come se dovessero ricominciare da capo.


Non riesco a far un discorso sensato sulla maturità, probabilmente perchè non so neanch'io cosa voglio fare. Bisogna pensare al presente e prevedere il futuro, specializzarsi ed esser capaci di far un po' tutto, imparare l'inglese ma tanto l'inglese ormai lo sanno tutti e allora è meglio il cinese, far quello che ti piace si ma meglio non finire con l'esser disoccupati a vita, trovar compromessi in quello che si fa ma non in quello in cui si crede, avere un metodo ben definito ed esser flessibili, puntare al meglio ma scegliere il meno peggio. Accetto troppi consigli e ancora non prendo decisioni.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ossessionato dalla comunicazione.
ossessionato dalla voglia di comunicare i tuoi dubbi sul futuro legato al presente per scacciare le certezze.

Anonimo ha detto...

apppppppparte che io avevo detto tante altre cose interessanti.

fabbro? O_o

giacomo ha detto...

ma io non ho fatto quel test...

Anonimo ha detto...

tu ogni tanto mi fai davvero venire il mal di testa.

erol ha detto...

Per rispondere a Jack.

"Ma io non ho fatto quel test.."

APPUNTO.